Sono gli inizi di settembre, arrivo in Sardegna dove tra un mese dovrò difendere il mio titolo iridato. Sono già passati due anni dal primo mondiale, ma le cose, nel frattempo, sono andate bene, in Sicilia ho vinto il campionato europeo individuale ed a squadre e la Coppa Europa. Ma torniamo in Sardegna. Giannini ha ringiovanito la squadra, Toschi e LoBaido si sono definitivamente ritirati dall'agonismo. Al loro posto un giovane, Nicola Riolo, e il grande Riccardo Molteni, già campione d'Italia l'anno prima proprio in queste acque. A completare la squadra e reduci dal primo mondiale: Luciano Cottu perfetto conoscitore di questa zona ed io. Agli inizi della preparazione facciamo base a Caletta per essere più vicini a perlustrare le zone di Capo Comino, Santa Lucia, Caletta e Posada. Il fondale in questo tratto di mare, non mi piace, è formato da distese di posidonia con rari tratti di roccia. Lunghe e noiose giornate a "Paperino". Trovo Posada e Capo Comino come zone migliori, ma qui non siamo in Turchia... pesce poco, qualche cernia fonda e difficile!
A metà mese ci trasferiamo a San Teodoro, base logistica ufficiale della manifestazione. Qui inizio a sentire il calore della gente Sarda, appassionati e non (in questo periodo credo che la pesca sub agonistica sia all'apice della popolarità). Ogni mattina il barista, il panettiere, chiunque incontro per strada, mi chiede notizie, novità circa l'imminente gara.
Nel tratto di mare tra capo Coda Cavallo e Ottiolu, il fondale è molto più interessante, cìè più roccia, ed esattamente fuori San Teodoro ci si può allargare anche oltre due miglia dalla costa, una zona di sabbia alga e roccia, molto profonda che si rivelerà determinante per la vittoria finale. Mancano ormai pochi giorni alla gara e la pressione sale. So che dall'Elba verrà a fare il tifo per me tanta gente (parenti e amici, appassionati di pescasub, mia moglie Lorella con Andrea nostro figlio piccolino, ecc.). Questo mi fa enorme piacere, ma nello stesso tempo mi preoccupa. Sono campione in carica, disputiamo un mondiale in Italia, in casa, 20 anni dopo quello delle Isole Eolie vinto da Massimo Scarpati, e tutti si aspettano da me una riconferma, una vittoria. Sento forte il peso della responsabilità. Non posso deludere tutta questa gente. La notte non dormo. Sarà dura!!!
Nel giorno che precede la gara, non so dove, ma Natalino trova la sciolina, ribaltiamo il gommone, assegnatoci dal sorteggio (sono uguali per tutti) e diamo la sciolina alla carena in resina per renderlo più veloce, servirà per la partenza.

30 settembre, si parte. Al via mi dirigo a tutto gas al largo della secca di San Teodoro sul segnale di una grossa cernia a 32 metri di profondità. Mi seguono alcuni atleti, riconosco Joao Rosario portoghese, che tenta di arrivare sul fondo, ma la profondità per lui è eccessiva, intriga la sagola per pallone, fa una gran confusione, comunque non mi disturba ed in pochi tuffi riesco a mettere a bordo il cernione. Mi spostò qua e là, prendo qualche pesce, un enorme grongo, ma non trovo varie cernie segnate. Intanto arrivano notizie da Giannini: Molteni ha già due cernie e altri pesci, i francesi vanno benissimo, sia Salvatori sia Carrodano hanno diverse cernie. Non mi perdo d'animo, catturo un'altra cernia piccola e in una bella tana in soli 18 metri, riesco a prendere un marvizzo, un cappone, due corvine ed una decina di saraghi. Finisce la giornata. Con una pescata fantastica, 3 cernioni e 10/12 pesci. Vince Riccardo Molteni seguito da Gerard Carrodano con 4 cernie, ed io con due cernie, 18 pesci ed un grongo sono solo terzo con 11000 punti di distacco da Riccardo e 7000 dal francese. Siamo primi a squadre, grazie anche ad una buona prova di Riolo. Domani servirà una grande rimonta!!!
Durante la riunione pre-gara con Giannini, c'è uno strano episodio da raccontare. Veniamo a sapere che tre segnali sono conosciuti da tutti e tre noi atleti, quindi, per evitare lotte fratricide, decidiamo di comune accordo, di sorteggiare i tre posti. L'estrazione assegna una cernia a Capo Comino a Riccardo, una cernia a Santa Lucia a Nicola ed una zona con dentici fuori Caletta a me.

1 Ottobre. Per le avverse condizioni del tempo, la gara non prende il via (onde alte e vento da nord-est fortissimo), ma da questo traggo un insegnamento: ogni giorno infatti, a metà mattinata, si alza questo forte grecale, capisco quindi che per la giornata di domani dovrò partire a nord del campo gara, in modo da navigare con il vento e mare in poppa durante i successivi spostamenti.
Il capitano ci aveva detto di iniziare tutti la gara a Capo Comino, per non lasciare campo libero agli avversari, sapevamo infatti che li' sarebbero partiti anche gli spagnoli, i francesi, insomma i più temibili. Ma questo è esattamente il contrario di quello che io avrei voluto fare. Decido così di fare ancora una volta di testa mia.

2 Ottobre, via dell'ultima prova.
Mentre quasi tutti filano a sud verso Capo Comino, io mi dirigo a nord, a Posada. Controllo le 4 tane di cernie che ritenevo più sicure, trovandole tutte vuote, è già passata un'ora di gara e non ho ancora preso neanche un pesce. Devo recuperare uno svantaggio enorme dettato dalla classifica della prima prova ed in questo momento le mie possibilità di vittoria individuale sono quasi nulle. Non posso però compromettere anche il risultato della squadra, intestardendomi, come ho fatto in passato in vari campionati italiani, a cercare cernie profonde. Inizio a passare in rassegna tutti i segnali di pesce bianco che ho. Alla seconda ora, ho in gommone 7/8 pesci, intanto il vento di grecale si rafforza ed il mare aumenta. In una bella zona prendo una cerniotta e 5 pesci, in un orletto poco più al largo, catturo altri 4/5 pesci bianchi ed un'altra cernia al limite di peso. Mi sposto al largo di Caletta nella zona dei dentici, al secondo aspetto riesco a fulminarne uno di quasi 5 chili. Risalgo con calma, il branco non è spaventato, se ne potrebbe prendere un altro; al tuffo successivo, altri dentici arrivano a limite di tiro, ma il ronzio del motore di un gommone che sta passando, li fa allontanare. Peccato! Mi raggiunge il gommone di Giannini, chiedo come stanno andando gli altri e, con mia enorme sorpresa, mi dice: Molteni ancora zero, Salvatori una cernia, Carrodano una cernia, Amengual, Ramon Reus e Riolo, anche per loro una cernia a testa, per gli altri poco pesce. Tutto sommato ho circa 20 pesci, un bel dentice e due cerniotte, non è male. Dico immediatamente a Natalino: vola verso Capo Comino. Ce la possiamo fare!!!
A tutta forza navighiamo male, ma con il mare in poppa si va. Mi fermo sul segnale di un cernione a 27/28 metri di profondità. Scendo con un fucile lungo, la cernia è in candela davanti alla sua tana, un tetto basso e profondo nella posidonia, ma arrivato a mezz'acqua, lei si intana. Risalgo e prendo un fucile corto, riscendo e quando mi affaccio alla tana, lei è immobile di traverso. Sparo, il finimondo, provo subito a tirare la sagola dell'asta, è durissima e nel polverone non vedo più niente. Risalgo e Natalino mi dice che sono appena passati i Carabinieri annunciando che tra 10 minuti la gara terminerà con un'ora di anticipo, decisione presa dalla Capitaneria di Porto per il peggiorare delle condizioni del mare. In effetti il vento è sempre più forte e le onde sempre più alte, tanto che spesso non riesco a vedere il gommone e Natalino.
Penso immediatamente, in soli 10 minuti non riuscirò mai a tirare fuori la cernia incastrata, lascio anche il fucile sul fondo (che non recupererò mai più) e decido così di fare un ultimo tuffo a 30 metri di distanza dove, una sola volta, in preparazione avevo visto una cernia sui 4/5 chili. Scendo con un arbalete da 90, faccio un piccolo aspetto a poca distanza dalla tana, la cernia non c'è, ma nella posidonia vedo una bella corvina oltre il chilo, sparo, presa!
Raggiungo la superficie ed un commissario di gara mi fa cenno di salire a bordo, la gara è terminata.
Al rientro in porto, una folla impressionante ci aspetta, giornalisti, televisioni, appassionati e grandi personaggi della pesca sub:  Scarpati, Toschi, il compianto Martinuzzi, ecc.
Si pesano i carnieri. La piazzetta di San Teodoro è stracolma di gente. Si pesano prima le prede dei francesi poi è il mio turno. La tensione si taglia a fette, mi scartano entrambe le cernie e due altri pesci per pochi grammi ma con 19 pesci, un grongo ed un dentice vinco egualmente la giornata ed il secondo titolo mondiale consecutivo per soli 1050 punti (un pesce) su Carrodano. Nonostante la sfortunatissima giornata in cui è incappato Riccardo, ma con il buon punteggio di Nicola, conquistiamo anche il titolo a squadre.
Dopo tanto stress, riconfermarsi campione del mondo tra la mia gente, con la mia famiglia (in tanti sono venuti fino qui da lontano per sostenermi), non riesco a resistere, piango di gioia!
Oggi è il mio compleanno, Andrea (il mio bimbo) mi regala il più bel trofeo, un fiore rosso.

 

La pagina Facebook di Renzo Mazzarri

Dicono di lui

La sezione "Dicono di lui" è una raccolta di pensieri su chi l'ha conosciuto: dai compagni di squadra ai suoi principali avversari.

Le tecniche di pesca

1

Tipi di fondale Dalle distese di sabbia alle pareti nel blu.

2

Pesca all'agguato ella schiuma con il dito sul grilletto.

3

Pesca all'aspetto Un'appasionante sfida tra uomo e pesce.

4

Pesca in caduta Una lenta discesa nell'abisso.

5

Pesca in tana Attenzione agli spacchi stretti e bui.

Palmares

1977 Vice Campione Italiano
1985 Campione Italiano a squadre
1986 Campione Euroafricano a squadre
1987 Campione del Mondo individuale e a squadre
1987 Vincitore della Coppa delle Città
1988 Campione Euroafricano individuale e a squadre
1989 Campione del Mondo individuale e a squadre
1990 Vincitore della Coppa delle Città
1992 Campione del Mondo individuale e a squadre
1993 vice Campione Euroafricano
2002 vincitore Coppa dei Campioni
2003 vincitore Coppa dei Campioni
2006 vincitore Coppa dei Campioni