Carissimi amici, spero abbiate la pazienza di leggere questo lungo racconto, ma voglio descriverlo nei minimi particolari, per come in realtà l'ho vissuto. In fondo non capita tutti i giorni di raccontare un'avventura così.

Il Campionato del Mondo è previsto nel 1991 nell'ex Jugoslavia, ma con la guerra dei Balcani in atto, la CMAS sposta la data all'anno successivo. Maggio '92, il capitano mi fa sapere che il mondiale si farà in Spagna a Cadaques, alla fine di giugno, anche se, in seguito alle proteste da parte degli ecologisti, non è ancora stato ufficializzato. Parto comunque e raggiungo Cadaques in macchina con mio fratello, facciamo un giorno di mare, condizioni pessime, acqua fredda, visibilità 3 metri ed una corrente terribile, non vediamo neanche un pesce. Al rientro in albergo, chiamo Giannini che mi dice: il mondiale è stato di nuovo rimandato. Torniamo mestamente a casa. Durante l'estate, finalmente l'ufficialità per la gara: 1 e 2 ottobre a Maiorca.

Non conosco Maiorca, ci sono stato una sola volta, a giugno scorso, a Cabo Formentor, in occasione della prova di coppa Europa. È andata molto bene, con Maurizio Ramacciotti barcaiolo, abbiamo vinto con uno splendido carniere di circa 30 corvine più qualche altro pesce. Il posto è bello, acqua limpida, senza corrente, si pesca profondo. Mi piace! Spero che la zona del mondiale abbia le stesse caratteristiche.

Con Nilo, mio fratello, raggiungo Maiorca circa un mese prima della gara. Cerco un porticciolo piccolo, per non farmi vedere dagli spagnoli, infatti, mentre stiamo calando il gommone in mare, arrivano proprio tutti (Amengual, Reus, La Chica, Obrador, ecc.). Ci salutiamo e racconto loro che sono venuto solo a portare il gommone e che tornerò in aereo più avanti. Gran cavolata! Il giorno seguente usciamo in mare. Il fondale non è quello di Cabo Formentor, facciamo 8 ore d'acqua, perlustrando la fascia tra 15 e 25 metri di profondità, il fondale è uniforme, sabbia ed alga e non vediamo un pesce. Questo si ripete per diversi giorni, mi chiedo: ma dove sono i pesci? Dal nostro arrivo è già passata una settimana. Mi faccio trainare a "Paperino", nella fascia più profonda oltre i 30 metri. In un mare di alghe, trovo una pietrina con una gran cernia appoggiata, non ha assolutamente una tana, ci sono 37 metri di profondità. A pinne, cerco intorno, trovo un pietrone appoggiato tra alga e sabbia, intorno ci sono 3 grosse cernie, anche queste senza una più piccola tana ed a circa 20 metri di distanza vedo altre pietre più piccole. Scendo, anche qui ci sono due cernie. Fantastico, come nei migliori sogni. Ecco dove sono i pesci!

Nilo torna in Italia. In attesa dell'arrivo di Ramacciotti (Natalino quest'anno non può venire) vado in mare da solo, ancoro il gommone e, con il palloncino alla cintura, cerco in acqua bassa. C'è vento, non mi accorgo di niente, in superficie vengo investito da una barca in piena velocità. Quando riesco a realizzare cosa è successo, vedo la poppa della barca (bandiera tedesca) che si sta allontanando. La sagola del pallone è strappata, non ho più la cintura dei piombi nè la maschera ed entrambe le pinne in carbonio sono state tagliate dalle eliche. Io ho solo una contusione ad una spalla, probabilmente colpita dalla prua dell'imbarcazione. Solo il Buon Dio mi ha salvato. Scosso da quanto accaduto, faccio un giorno di riposo.

La mattina successiva vado in aeroporto a Palma a prendere Maurizio Ramacciotti, mio barcaiolo per la preparazione e per la gara. Ci trasferiamo a Porto Cristo. Anche qui fino ai 33/34 metri c'è pochissimo pesce, ma oltre i 35 metri troviamo diversi sassi, isolati nella sabbia, con grosse cernie. È chiarissimo che la gara si vincerà con le cernie, ma il problema sarà pescare per 6 ore consecutive sempre tra 35 e 40 metri. Decidiamo così di cercare anche in poco fondo e nella baia di Cala Millor troviamo varie tane di saraghi. Sono molto contento, se per un qualsiasi motivo non riuscissi a scendere profondo, ho un'alternativa con cui difendermi. E' terminato un mese di preparazione, abbiamo passato lunghissime ore in acqua, Maurizio non ne può  più, ma l'ho sempre incitato a resistere, ripetendogli: vogliamo vincere o no?!
In camera prepariamo la zavorra mobile. Ho con me un "siluro" di piombo da 3 kg, è troppo leggero, allora con del nastro gli unisco un piombo da cintura. Il risultato non è elegantissimo, è un po' pornografico, ma in gara farà perfettamente il suo dovere.

Contrariamente al mondiale precedente, qui sono rilassatissimo e carico come una molla. Una vocina da dentro mi dice che non ce ne sarà per nessuno. Cerco di reprimerla, ma in effetti non mi manca niente: sono allenatissimo (ho, di proposito, fatto tutta la preparazione a pinne), l'alta profondità ed il tipo di pesca sono ciò che preferisco. Ho trovato tanto pesce. Gareggio nella "Cueva del Drak" (nella tana di Amengual), gli stimoli non mi mancano di certo!
Un episodio successo circa due settimane prima, mi ha triplicato la forza. Durante i primi giorni di preparazione, la proprietaria dell'hotel in cui alloggiavo, con un certo orgoglio, mi presenta ad un suo amico. Un pescatore sulla sessantina, abbronzato che mi dice queste testuali parole: “incantado, tu es el actual Campeon del Mundo, pero aqui es casa de Amengual, solo el puede ganar! Nadie mas (nessun altro)”. Faccio buon viso ma dentro di me ripeto: ti farò vedere chi vincerà!

1 ottobre: si inizia dal campo a nord. Con Maurizio, per giorni abbiamo studiato la strategia di gara. Ora si inizia per davvero.
Dopo un corsa pazzesca in gommone, contro mare, (credo che il commissario spagnolo che ho a bordo, non salirà mai più su una barca) mi butto in acqua e sparo la prima cernia a 38 metri. Arriva anche Amengual, mi passa vicinissimo e sento che dice al barcaiolo: mala suerte. E da signore, quale è sempre stato, si allontana. Il tempo è pessimo, mare brutto, vento e piove, riesco comunque, sempre tra i 36 ed i 40 metri, a prendere 6 cernie grandi. L'ultima ora la passo a terra, nella risacca dove prendo altri 5 pesci. Vinco la giornata, secondo Salvatori e terzo Amengual ed anche Riolo e Bellani fanno ottimi carnieri, primi anche a squadre!

La seconda giornata va da Cala Bona a Cala Murada, la zona à enorme. Mi fido ciecamente delle qualità "GPSistiche" di Maurizio, a lui il compito di portarmi sui segnali (siamo a più di un miglio da terra e la cosa è tutt'altro che facile).
Il tempo non promette niente di buono. Partiamo su una pietra a 37 metri dove in preparazione ho visto 4 cernie. Al secondo tuffo ne sparo una di circa 20 kg, che recupero immediatamente, il fondo della tana è di sabbia e fango, non si vede più niente. Mi sposto fuori Porto Cristo, prendo una seconda cernia di circa 8 kg, intanto si scatena un temporale, siamo al largo e, per la fitta pioggia, la costa non si vede. Senza poter controllare le mire a terra siamo fermi per quasi un'ora.
Sparo una terza cernia ma si incastra, la lascio, nascondo nella tana il fucile, con l'intenzione di ritornarci più tardi ma sarò anticipato da Bellani che la recupererà con facilità, era praticamente già morta. Sono contento, almeno è stata presa da un mio compagno di squadra. Al centro del campo di gara catturo un cernione di 23 kg ed un altra piccola di circa 4 kg. Mi sposto di pochi metri e, in una spaccatura sulla sabbia a 39 metri, colpisco un bella cernia ma si incastra, la metto in trazione con la boetta e mi sposto di 10 metri dove prendo ancora una cernia e mentre la sto dando a Maurizio, in acqua intorno a me ci sono diversi fotografi, ed un cameraman della televisione francese mi dice che la mia boetta è a galla. La raggiungo e recupero il pesce direttamente dalla superficie, con l'azione della boetta, è uscita da sola dalla tana.
Manca un'ora a fine gara, passa Giannini a chiedere notizie, e mi dice che devo mettercela tutta perchè i miei più diretti rivali (Amengual e Salvatori) hanno tante cernie.
Sotto un lastrone affossato nella sabbia a 38 metri, sto lavorando un gran cernione che ho fulminato da una spacchetta laterale. Con le mani riesco a prenderlo per gli occhi, ma è troppo grosso e dalla spacchetta non passa, non esce. Bisognerebbe entrare sotto il lastrone dall'altro lato, e girarla con il raffio, ma sono esausto. Il mio tempo di apnea, una volta raggiunto il fondo, non è più sufficiente a permettermi di fare un tale lavoro. Il rischio è troppo grande. L'abbandono! Pensate ho ancora almeno 10 cernie da controllare ma tutte oltre i 36-37 metri e non ce la faccio più. Salgo sul gommone e involontariamente mi addormento per 5 minuti, non ho più le energie neanche per restare sveglio. Nell'ultima mezz'ora vado a tentare di prendere qualche pesce in acqua bassa ma termino la gara con le 6 cernie che già ho a bordo.

Con i suoi 50 anni, vince la giornata, uno straordinario Pep Amengual, io sono secondo per 200 punti, terzo Berard Salvatori con 4 cernie. E questo è più che sufficiente (21000 punti di distacco su Bernard) per farmi salire per la terza volta consecutiva sul gradino più alto del podio!

Con la cernia più grande del mondiale, (30 kg) Stefano Bellani è quarto assoluto e Nicola Riolo quinto.
L'Italia è per la terza volta campione del mondo a squadre.
Giannini è un mito.

Questo sarà ricordato come il mondiale più duro e più profondo della storia della pesca sub.

Questa volta dall'Elba, un mare di gente è venuta a festeggiarmi, perfino il sindaco di Portoferraio.
Dedico a loro ed a tutti voi che leggete questa straordinaria vittoria.
2 ottobre, è il mio compleanno. Come a San Teodoro.

Mi piacerebbe molto che leggesse questo mio racconto anche l'omino che mi aveva detto che nessuno avrebbe mai potuto vincere in casa di Amengual.

Renzo Mazzarri

La pagina Facebook di Renzo Mazzarri

Dicono di lui

La sezione "Dicono di lui" è una raccolta di pensieri su chi l'ha conosciuto: dai compagni di squadra ai suoi principali avversari.

Le tecniche di pesca

1

Tipi di fondale Dalle distese di sabbia alle pareti nel blu.

2

Pesca all'agguato ella schiuma con il dito sul grilletto.

3

Pesca all'aspetto Un'appasionante sfida tra uomo e pesce.

4

Pesca in caduta Una lenta discesa nell'abisso.

5

Pesca in tana Attenzione agli spacchi stretti e bui.

Palmares

1977 Vice Campione Italiano
1985 Campione Italiano a squadre
1986 Campione Euroafricano a squadre
1987 Campione del Mondo individuale e a squadre
1987 Vincitore della Coppa delle Città
1988 Campione Euroafricano individuale e a squadre
1989 Campione del Mondo individuale e a squadre
1990 Vincitore della Coppa delle Città
1992 Campione del Mondo individuale e a squadre
1993 vice Campione Euroafricano
2002 vincitore Coppa dei Campioni
2003 vincitore Coppa dei Campioni
2006 vincitore Coppa dei Campioni