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3 Mondiali

Carissimi amici, spero abbiate la pazienza di leggere questo lungo racconto, ma voglio descriverlo nei minimi particolari, per come in realtà l'ho vissuto. In fondo non capita tutti i giorni di raccontare un'avventura così.

Il Campionato del Mondo è previsto nel 1991 nell'ex Jugoslavia, ma con la guerra dei Balcani in atto, la CMAS sposta la data all'anno successivo. Maggio '92, il capitano mi fa sapere che il mondiale si farà in Spagna a Cadaques, alla fine di giugno, anche se, in seguito alle proteste da parte degli ecologisti, non è ancora stato ufficializzato. Parto comunque e raggiungo Cadaques in macchina con mio fratello, facciamo un giorno di mare, condizioni pessime, acqua fredda, visibilità 3 metri ed una corrente terribile, non vediamo neanche un pesce. Al rientro in albergo, chiamo Giannini che mi dice: il mondiale è stato di nuovo rimandato. Torniamo mestamente a casa. Durante l'estate, finalmente l'ufficialità per la gara: 1 e 2 ottobre a Maiorca.

Non conosco Maiorca, ci sono stato una sola volta, a giugno scorso, a Cabo Formentor, in occasione della prova di coppa Europa. È andata molto bene, con Maurizio Ramacciotti barcaiolo, abbiamo vinto con uno splendido carniere di circa 30 corvine più qualche altro pesce. Il posto è bello, acqua limpida, senza corrente, si pesca profondo. Mi piace! Spero che la zona del mondiale abbia le stesse caratteristiche.

Con Nilo, mio fratello, raggiungo Maiorca circa un mese prima della gara. Cerco un porticciolo piccolo, per non farmi vedere dagli spagnoli, infatti, mentre stiamo calando il gommone in mare, arrivano proprio tutti (Amengual, Reus, La Chica, Obrador, ecc.). Ci salutiamo e racconto loro che sono venuto solo a portare il gommone e che tornerò in aereo più avanti. Gran cavolata! Il giorno seguente usciamo in mare. Il fondale non è quello di Cabo Formentor, facciamo 8 ore d'acqua, perlustrando la fascia tra 15 e 25 metri di profondità, il fondale è uniforme, sabbia ed alga e non vediamo un pesce. Questo si ripete per diversi giorni, mi chiedo: ma dove sono i pesci? Dal nostro arrivo è già passata una settimana. Mi faccio trainare a "Paperino", nella fascia più profonda oltre i 30 metri. In un mare di alghe, trovo una pietrina con una gran cernia appoggiata, non ha assolutamente una tana, ci sono 37 metri di profondità. A pinne, cerco intorno, trovo un pietrone appoggiato tra alga e sabbia, intorno ci sono 3 grosse cernie, anche queste senza una più piccola tana ed a circa 20 metri di distanza vedo altre pietre più piccole. Scendo, anche qui ci sono due cernie. Fantastico, come nei migliori sogni. Ecco dove sono i pesci!

Nilo torna in Italia. In attesa dell'arrivo di Ramacciotti (Natalino quest'anno non può venire) vado in mare da solo, ancoro il gommone e, con il palloncino alla cintura, cerco in acqua bassa. C'è vento, non mi accorgo di niente, in superficie vengo investito da una barca in piena velocità. Quando riesco a realizzare cosa è successo, vedo la poppa della barca (bandiera tedesca) che si sta allontanando. La sagola del pallone è strappata, non ho più la cintura dei piombi nè la maschera ed entrambe le pinne in carbonio sono state tagliate dalle eliche. Io ho solo una contusione ad una spalla, probabilmente colpita dalla prua dell'imbarcazione. Solo il Buon Dio mi ha salvato. Scosso da quanto accaduto, faccio un giorno di riposo.

La mattina successiva vado in aeroporto a Palma a prendere Maurizio Ramacciotti, mio barcaiolo per la preparazione e per la gara. Ci trasferiamo a Porto Cristo. Anche qui fino ai 33/34 metri c'è pochissimo pesce, ma oltre i 35 metri troviamo diversi sassi, isolati nella sabbia, con grosse cernie. È chiarissimo che la gara si vincerà con le cernie, ma il problema sarà pescare per 6 ore consecutive sempre tra 35 e 40 metri. Decidiamo così di cercare anche in poco fondo e nella baia di Cala Millor troviamo varie tane di saraghi. Sono molto contento, se per un qualsiasi motivo non riuscissi a scendere profondo, ho un'alternativa con cui difendermi. E' terminato un mese di preparazione, abbiamo passato lunghissime ore in acqua, Maurizio non ne può  più, ma l'ho sempre incitato a resistere, ripetendogli: vogliamo vincere o no?!
In camera prepariamo la zavorra mobile. Ho con me un "siluro" di piombo da 3 kg, è troppo leggero, allora con del nastro gli unisco un piombo da cintura. Il risultato non è elegantissimo, è un po' pornografico, ma in gara farà perfettamente il suo dovere.

Contrariamente al mondiale precedente, qui sono rilassatissimo e carico come una molla. Una vocina da dentro mi dice che non ce ne sarà per nessuno. Cerco di reprimerla, ma in effetti non mi manca niente: sono allenatissimo (ho, di proposito, fatto tutta la preparazione a pinne), l'alta profondità ed il tipo di pesca sono ciò che preferisco. Ho trovato tanto pesce. Gareggio nella "Cueva del Drak" (nella tana di Amengual), gli stimoli non mi mancano di certo!
Un episodio successo circa due settimane prima, mi ha triplicato la forza. Durante i primi giorni di preparazione, la proprietaria dell'hotel in cui alloggiavo, con un certo orgoglio, mi presenta ad un suo amico. Un pescatore sulla sessantina, abbronzato che mi dice queste testuali parole: “incantado, tu es el actual Campeon del Mundo, pero aqui es casa de Amengual, solo el puede ganar! Nadie mas (nessun altro)”. Faccio buon viso ma dentro di me ripeto: ti farò vedere chi vincerà!

1 ottobre: si inizia dal campo a nord. Con Maurizio, per giorni abbiamo studiato la strategia di gara. Ora si inizia per davvero.
Dopo un corsa pazzesca in gommone, contro mare, (credo che il commissario spagnolo che ho a bordo, non salirà mai più su una barca) mi butto in acqua e sparo la prima cernia a 38 metri. Arriva anche Amengual, mi passa vicinissimo e sento che dice al barcaiolo: mala suerte. E da signore, quale è sempre stato, si allontana. Il tempo è pessimo, mare brutto, vento e piove, riesco comunque, sempre tra i 36 ed i 40 metri, a prendere 6 cernie grandi. L'ultima ora la passo a terra, nella risacca dove prendo altri 5 pesci. Vinco la giornata, secondo Salvatori e terzo Amengual ed anche Riolo e Bellani fanno ottimi carnieri, primi anche a squadre!

La seconda giornata va da Cala Bona a Cala Murada, la zona à enorme. Mi fido ciecamente delle qualità "GPSistiche" di Maurizio, a lui il compito di portarmi sui segnali (siamo a più di un miglio da terra e la cosa è tutt'altro che facile).
Il tempo non promette niente di buono. Partiamo su una pietra a 37 metri dove in preparazione ho visto 4 cernie. Al secondo tuffo ne sparo una di circa 20 kg, che recupero immediatamente, il fondo della tana è di sabbia e fango, non si vede più niente. Mi sposto fuori Porto Cristo, prendo una seconda cernia di circa 8 kg, intanto si scatena un temporale, siamo al largo e, per la fitta pioggia, la costa non si vede. Senza poter controllare le mire a terra siamo fermi per quasi un'ora.
Sparo una terza cernia ma si incastra, la lascio, nascondo nella tana il fucile, con l'intenzione di ritornarci più tardi ma sarò anticipato da Bellani che la recupererà con facilità, era praticamente già morta. Sono contento, almeno è stata presa da un mio compagno di squadra. Al centro del campo di gara catturo un cernione di 23 kg ed un altra piccola di circa 4 kg. Mi sposto di pochi metri e, in una spaccatura sulla sabbia a 39 metri, colpisco un bella cernia ma si incastra, la metto in trazione con la boetta e mi sposto di 10 metri dove prendo ancora una cernia e mentre la sto dando a Maurizio, in acqua intorno a me ci sono diversi fotografi, ed un cameraman della televisione francese mi dice che la mia boetta è a galla. La raggiungo e recupero il pesce direttamente dalla superficie, con l'azione della boetta, è uscita da sola dalla tana.
Manca un'ora a fine gara, passa Giannini a chiedere notizie, e mi dice che devo mettercela tutta perchè i miei più diretti rivali (Amengual e Salvatori) hanno tante cernie.
Sotto un lastrone affossato nella sabbia a 38 metri, sto lavorando un gran cernione che ho fulminato da una spacchetta laterale. Con le mani riesco a prenderlo per gli occhi, ma è troppo grosso e dalla spacchetta non passa, non esce. Bisognerebbe entrare sotto il lastrone dall'altro lato, e girarla con il raffio, ma sono esausto. Il mio tempo di apnea, una volta raggiunto il fondo, non è più sufficiente a permettermi di fare un tale lavoro. Il rischio è troppo grande. L'abbandono! Pensate ho ancora almeno 10 cernie da controllare ma tutte oltre i 36-37 metri e non ce la faccio più. Salgo sul gommone e involontariamente mi addormento per 5 minuti, non ho più le energie neanche per restare sveglio. Nell'ultima mezz'ora vado a tentare di prendere qualche pesce in acqua bassa ma termino la gara con le 6 cernie che già ho a bordo.

Con i suoi 50 anni, vince la giornata, uno straordinario Pep Amengual, io sono secondo per 200 punti, terzo Berard Salvatori con 4 cernie. E questo è più che sufficiente (21000 punti di distacco su Bernard) per farmi salire per la terza volta consecutiva sul gradino più alto del podio!

Con la cernia più grande del mondiale, (30 kg) Stefano Bellani è quarto assoluto e Nicola Riolo quinto.
L'Italia è per la terza volta campione del mondo a squadre.
Giannini è un mito.

Questo sarà ricordato come il mondiale più duro e più profondo della storia della pesca sub.

Questa volta dall'Elba, un mare di gente è venuta a festeggiarmi, perfino il sindaco di Portoferraio.
Dedico a loro ed a tutti voi che leggete questa straordinaria vittoria.
2 ottobre, è il mio compleanno. Come a San Teodoro.

Mi piacerebbe molto che leggesse questo mio racconto anche l'omino che mi aveva detto che nessuno avrebbe mai potuto vincere in casa di Amengual.

Renzo Mazzarri

Sono gli inizi di settembre, arrivo in Sardegna dove tra un mese dovrò difendere il mio titolo iridato. Sono già passati due anni dal primo mondiale, ma le cose, nel frattempo, sono andate bene, in Sicilia ho vinto il campionato europeo individuale ed a squadre e la Coppa Europa. Ma torniamo in Sardegna. Giannini ha ringiovanito la squadra, Toschi e LoBaido si sono definitivamente ritirati dall'agonismo. Al loro posto un giovane, Nicola Riolo, e il grande Riccardo Molteni, già campione d'Italia l'anno prima proprio in queste acque. A completare la squadra e reduci dal primo mondiale: Luciano Cottu perfetto conoscitore di questa zona ed io. Agli inizi della preparazione facciamo base a Caletta per essere più vicini a perlustrare le zone di Capo Comino, Santa Lucia, Caletta e Posada. Il fondale in questo tratto di mare, non mi piace, è formato da distese di posidonia con rari tratti di roccia. Lunghe e noiose giornate a "Paperino". Trovo Posada e Capo Comino come zone migliori, ma qui non siamo in Turchia... pesce poco, qualche cernia fonda e difficile!
A metà mese ci trasferiamo a San Teodoro, base logistica ufficiale della manifestazione. Qui inizio a sentire il calore della gente Sarda, appassionati e non (in questo periodo credo che la pesca sub agonistica sia all'apice della popolarità). Ogni mattina il barista, il panettiere, chiunque incontro per strada, mi chiede notizie, novità circa l'imminente gara.
Nel tratto di mare tra capo Coda Cavallo e Ottiolu, il fondale è molto più interessante, cìè più roccia, ed esattamente fuori San Teodoro ci si può allargare anche oltre due miglia dalla costa, una zona di sabbia alga e roccia, molto profonda che si rivelerà determinante per la vittoria finale. Mancano ormai pochi giorni alla gara e la pressione sale. So che dall'Elba verrà a fare il tifo per me tanta gente (parenti e amici, appassionati di pescasub, mia moglie Lorella con Andrea nostro figlio piccolino, ecc.). Questo mi fa enorme piacere, ma nello stesso tempo mi preoccupa. Sono campione in carica, disputiamo un mondiale in Italia, in casa, 20 anni dopo quello delle Isole Eolie vinto da Massimo Scarpati, e tutti si aspettano da me una riconferma, una vittoria. Sento forte il peso della responsabilità. Non posso deludere tutta questa gente. La notte non dormo. Sarà dura!!!
Nel giorno che precede la gara, non so dove, ma Natalino trova la sciolina, ribaltiamo il gommone, assegnatoci dal sorteggio (sono uguali per tutti) e diamo la sciolina alla carena in resina per renderlo più veloce, servirà per la partenza.

30 settembre, si parte. Al via mi dirigo a tutto gas al largo della secca di San Teodoro sul segnale di una grossa cernia a 32 metri di profondità. Mi seguono alcuni atleti, riconosco Joao Rosario portoghese, che tenta di arrivare sul fondo, ma la profondità per lui è eccessiva, intriga la sagola per pallone, fa una gran confusione, comunque non mi disturba ed in pochi tuffi riesco a mettere a bordo il cernione. Mi spostò qua e là, prendo qualche pesce, un enorme grongo, ma non trovo varie cernie segnate. Intanto arrivano notizie da Giannini: Molteni ha già due cernie e altri pesci, i francesi vanno benissimo, sia Salvatori sia Carrodano hanno diverse cernie. Non mi perdo d'animo, catturo un'altra cernia piccola e in una bella tana in soli 18 metri, riesco a prendere un marvizzo, un cappone, due corvine ed una decina di saraghi. Finisce la giornata. Con una pescata fantastica, 3 cernioni e 10/12 pesci. Vince Riccardo Molteni seguito da Gerard Carrodano con 4 cernie, ed io con due cernie, 18 pesci ed un grongo sono solo terzo con 11000 punti di distacco da Riccardo e 7000 dal francese. Siamo primi a squadre, grazie anche ad una buona prova di Riolo. Domani servirà una grande rimonta!!!
Durante la riunione pre-gara con Giannini, c'è uno strano episodio da raccontare. Veniamo a sapere che tre segnali sono conosciuti da tutti e tre noi atleti, quindi, per evitare lotte fratricide, decidiamo di comune accordo, di sorteggiare i tre posti. L'estrazione assegna una cernia a Capo Comino a Riccardo, una cernia a Santa Lucia a Nicola ed una zona con dentici fuori Caletta a me.

1 Ottobre. Per le avverse condizioni del tempo, la gara non prende il via (onde alte e vento da nord-est fortissimo), ma da questo traggo un insegnamento: ogni giorno infatti, a metà mattinata, si alza questo forte grecale, capisco quindi che per la giornata di domani dovrò partire a nord del campo gara, in modo da navigare con il vento e mare in poppa durante i successivi spostamenti.
Il capitano ci aveva detto di iniziare tutti la gara a Capo Comino, per non lasciare campo libero agli avversari, sapevamo infatti che li' sarebbero partiti anche gli spagnoli, i francesi, insomma i più temibili. Ma questo è esattamente il contrario di quello che io avrei voluto fare. Decido così di fare ancora una volta di testa mia.

2 Ottobre, via dell'ultima prova.
Mentre quasi tutti filano a sud verso Capo Comino, io mi dirigo a nord, a Posada. Controllo le 4 tane di cernie che ritenevo più sicure, trovandole tutte vuote, è già passata un'ora di gara e non ho ancora preso neanche un pesce. Devo recuperare uno svantaggio enorme dettato dalla classifica della prima prova ed in questo momento le mie possibilità di vittoria individuale sono quasi nulle. Non posso però compromettere anche il risultato della squadra, intestardendomi, come ho fatto in passato in vari campionati italiani, a cercare cernie profonde. Inizio a passare in rassegna tutti i segnali di pesce bianco che ho. Alla seconda ora, ho in gommone 7/8 pesci, intanto il vento di grecale si rafforza ed il mare aumenta. In una bella zona prendo una cerniotta e 5 pesci, in un orletto poco più al largo, catturo altri 4/5 pesci bianchi ed un'altra cernia al limite di peso. Mi sposto al largo di Caletta nella zona dei dentici, al secondo aspetto riesco a fulminarne uno di quasi 5 chili. Risalgo con calma, il branco non è spaventato, se ne potrebbe prendere un altro; al tuffo successivo, altri dentici arrivano a limite di tiro, ma il ronzio del motore di un gommone che sta passando, li fa allontanare. Peccato! Mi raggiunge il gommone di Giannini, chiedo come stanno andando gli altri e, con mia enorme sorpresa, mi dice: Molteni ancora zero, Salvatori una cernia, Carrodano una cernia, Amengual, Ramon Reus e Riolo, anche per loro una cernia a testa, per gli altri poco pesce. Tutto sommato ho circa 20 pesci, un bel dentice e due cerniotte, non è male. Dico immediatamente a Natalino: vola verso Capo Comino. Ce la possiamo fare!!!
A tutta forza navighiamo male, ma con il mare in poppa si va. Mi fermo sul segnale di un cernione a 27/28 metri di profondità. Scendo con un fucile lungo, la cernia è in candela davanti alla sua tana, un tetto basso e profondo nella posidonia, ma arrivato a mezz'acqua, lei si intana. Risalgo e prendo un fucile corto, riscendo e quando mi affaccio alla tana, lei è immobile di traverso. Sparo, il finimondo, provo subito a tirare la sagola dell'asta, è durissima e nel polverone non vedo più niente. Risalgo e Natalino mi dice che sono appena passati i Carabinieri annunciando che tra 10 minuti la gara terminerà con un'ora di anticipo, decisione presa dalla Capitaneria di Porto per il peggiorare delle condizioni del mare. In effetti il vento è sempre più forte e le onde sempre più alte, tanto che spesso non riesco a vedere il gommone e Natalino.
Penso immediatamente, in soli 10 minuti non riuscirò mai a tirare fuori la cernia incastrata, lascio anche il fucile sul fondo (che non recupererò mai più) e decido così di fare un ultimo tuffo a 30 metri di distanza dove, una sola volta, in preparazione avevo visto una cernia sui 4/5 chili. Scendo con un arbalete da 90, faccio un piccolo aspetto a poca distanza dalla tana, la cernia non c'è, ma nella posidonia vedo una bella corvina oltre il chilo, sparo, presa!
Raggiungo la superficie ed un commissario di gara mi fa cenno di salire a bordo, la gara è terminata.
Al rientro in porto, una folla impressionante ci aspetta, giornalisti, televisioni, appassionati e grandi personaggi della pesca sub:  Scarpati, Toschi, il compianto Martinuzzi, ecc.
Si pesano i carnieri. La piazzetta di San Teodoro è stracolma di gente. Si pesano prima le prede dei francesi poi è il mio turno. La tensione si taglia a fette, mi scartano entrambe le cernie e due altri pesci per pochi grammi ma con 19 pesci, un grongo ed un dentice vinco egualmente la giornata ed il secondo titolo mondiale consecutivo per soli 1050 punti (un pesce) su Carrodano. Nonostante la sfortunatissima giornata in cui è incappato Riccardo, ma con il buon punteggio di Nicola, conquistiamo anche il titolo a squadre.
Dopo tanto stress, riconfermarsi campione del mondo tra la mia gente, con la mia famiglia (in tanti sono venuti fino qui da lontano per sostenermi), non riesco a resistere, piango di gioia!
Oggi è il mio compleanno, Andrea (il mio bimbo) mi regala il più bel trofeo, un fiore rosso.

 

Diciamo inaspettata, anche se dentro di me ci speravo, arriva la convocazione a far parte della squadra azzurra al Campionato del Mondo in Turchia. Fantastico!

Partiamo il 4 luglio alle 9 di mattina da Pisa, con un vecchio Ford Transit con cui avremmo dovuto raggiungere Istanbul, via strada. Sul furgone siamo in 6 con i nostri bagagli personali, borse di attrezzature sub, sacche di fucili, 3 gommoni ovviamente sgonfiati, relativi motori, serbatoi di carburante, dotazioni varie... 35 gradi, ovviamente senza condizionatore. Un delirio! Alle 5 di pomeriggio siamo ancora a Venezia. Vediamo per strada la pubblicità' della nave Orient Express. Riusciamo a convincere il capitano Giannini ad imbarcarci. La nave fa una sosta ad Atene e in due giorni raggiungiamo Istanbul freschi come rose. Dopo qualche giorno in aereo arriva Natalino, il mio fido barcaiolo. Le due settimane di preparazione del campo gara scorrono tranquille con vari episodi comici, di cui Luciano Cottu ne è' spesso protagonista. Dialoga correntemente in sardo con i turchi...

Giannini è un grande!! Spesso la mattina si alzava alle 5 e nascosto nei campi di girasole a picco sul mare con il suo binocolo da rilevamento si metteva a spiare le mosse dei francesi, in particolare di J.B. Esclapez, dato per favorito. Le condizioni di questo campo di gara sono perfette per lui: basso fondale, oltre i 10 metri non si riesce a scendere, l'acqua è fredda e torbida (siamo vicinissimi allo stretto del Bosforo che unisce Mar Nero al Mar di Marmara), c'è corrente ed il Meltemi soffia forte ogni giorno.

La prima giornata di gara si svolge nella zona ad est di Silivry, base della manifestazione. Decido di partire in un punto dove in preparazione ho trovato nella sabbia e fango 4-5 lastre passanti dove girano e nuotano in carosello 200/300 corvine. Ci sono 6 metri ma il fondo dalla superficie non si vede. Durante l'avvicinamento alla zona, con i lentissimi gozzi di legno, mi accorgo di avere a fianco proprio Esclapez. Arrivo a segnale (mal preso, evidentemente per la fretta e la poca esperienza di quei tempi), scendo in acqua faccio varie sommozzate risalgo in barca e torno sulla mira. Niente, solo sabbia. Anche Esclapez gira a vuoto senza trovare la zona. Dopo 40 minuti decido di sostarmi fuori dal porto di Silivry dove avevo visto pesce, ma che secondo il mio programma, mi sarei tenuto per la seconda metà di gara. Pesco con un gran ritmo, in una tana bassa bassa, spostando la sabbia con le mani, riesco a prendere una quindicina di pesci poi scorro velocissimamente la zona realizzando una bella pescata. Sono comunque soddisfatto anche se non ho pescato nella mia tana migliore, dove però ha pescato Esclapez da solo prendendo circa 80 corvine di cui 65 valide. Anche io ho più o meno gli stessi pesci (80/90). Alla pesatura (peso minimo 500 grammi) 68 pezzi validi, vinco la giornata con soli 3000 punti di distacco sul francese. Terzo è il croato Frane Zanchi. È la mia prima partecipazione ad un mondiale ed iniziare con una vittoria mi carica da matti. Grazie alle ottime prestazioni di Antonio Toschi e Pippo LoBaido siamo primi anche nella classifica a squadre.

Seconda giornata, la zona ad ovest del porto è enorme. Alla partenza mi trovo a condividere la stessa zona di pesca con tutti i migliori: spagnoli con Amengual e Pep Thomas, francesi con il solito Esclapez e Segura, croati con Zanchi e Fiorentin. Poi ci sono i brasiliani, i padroni di casa turchi, portoghesi, australiani... Dopo circa un'ora e mezza passa il capitano Giannini e mi chiede "quanti pezzi hai?". Rispondo una decina, forse dodici. Lui fa una faccia sorpresa/delusa e mi dice "ma sei matto! I francesi hanno 30 pesci, gli spagnoli anche, gli slavi forse di più. Segui qualcuno di loro e cerca di levargli pesce. Dobbiamo assolutamente tenere il risultato della squadra!". Mi sento crollare il mondo addosso. Mi chiedo: ho vinto la prima prova e seguendo altri pescatori non potrò mai più recuperare lo svantaggio. Quando mai più avrò ancora un'opportunità così per far bene ad un mondiale? Scelgo di giocarmi il jolly. All'estremità opposta del campo gara, in preparazione avevo visto un enorme branco di saragi che girava su un sommetto ma con il gozzo impiegherò due ore ad arrivarci.
Tento! Quando arrivo sul posto mancano poco meno di due ore alla fine della gara ed ho ancora i miei magri 10 pesci e fra me penso: chissà che mazzi di pesci avranno gli altri ed io ho buttato metà gara con lo spostamento senza pescare. Devo fare il miracolo... Ma se ci si crede...
Scendo in acqua, faccio la prima planata e al limite nel torbido vedo diversi saragi scappare in acqua libera. Dico a Natalino di girare con il gozzo intorno a me a tutta forza (a fumo nero, come dicono i pescatori). Scendo di nuovo e vedo il branco, pinneggio a tutta verso di loro, sparo a vuoto, cerco di spaventarli, ne vedo intanare diversi. Ricordo una tana in particolare dove nei giorni precedenti avevo visto corvine grosse, scendo di nuovo e vedo fuori dalla tana un vero bordello di saragi e corvine. È la mia opportunità. Sono gasatissimo. Nelle prime discese, con un Cressi SL da 55, prendo 3 pesci a tuffo. Sparo un sarago, lo levo dalla fiocina, lo metto tra la giacca ed il pantalone della muta, ricarico, sparo un altro pesce e lo tengo in bocca, ricarco, sparo ancora e risalgo. Sono allenato ed abituato a ben altre profondità. In soli 5/6 metri d'acqua riesco a farlo con disinvoltura. Il sommetto ha varie spaccature, nella tana principale riesco a prendere una trentina di saraghi enormi e varie corvine. Intanto il baccano che faccio richiama l'attenzione di altri concorrenti che sono nei dintorni. Diventa una bolgia. Non sento minimamente la stanchezza... anzi, scorro il sommetto prendendo un pesce a tuffo, saraghi, corvine e qualche tordo. Arriva Giannini scuro in volto dicendomi che aveva girato l'intero campo senza più trovarmi, quando però vede i miei pesci il suo sguardo cambia, vorrebbe dirmi tante cose ma non ho tempo per confondermi con lui. Sento che ce la posso fare! Prendo un sarago ferito, strappato prima, anche all'ultimo tuffo. Salgo in barca e Giannini, anche se ben soddisfatto, mi dice che gli altri hanno un sacco di pesci. Spero!

Alla pesa ho più di 80 pesci (pensate 70 presi in poco più di un' ora e mezza) 74 validi.
Vinco anche la seconda giornata, Esclapez ancora secondo e Zanchi ancora terzo. La stessa classifica della prima prova. Con un'altra splendida prova, Antonio e Pippo confermano anche la vittoria a squadre.
È' FATTA!!! Natalino non sta nella pelle. Portiamo all'Elba il doppio titolo mondiale.
Vincere alla prima, in un tipo di pesca che sostanzialmente non è quella che preferisco non è male!

Scrivendo, ho rivissuto quei magici momenti come se fossi ancora in quel fondale ricoperto di enormi cozze e lattuga, in quel mare così freddo e torbido ma così generoso da avermi fatto toccare il cielo con le dita.

Renzo Mazzarri

La pagina Facebook di Renzo Mazzarri

Dicono di lui

La sezione "Dicono di lui" è una raccolta di pensieri su chi l'ha conosciuto: dai compagni di squadra ai suoi principali avversari.

Le tecniche di pesca

1

Tipi di fondale Dalle distese di sabbia alle pareti nel blu.

2

Pesca all'agguato ella schiuma con il dito sul grilletto.

3

Pesca all'aspetto Un'appasionante sfida tra uomo e pesce.

4

Pesca in caduta Una lenta discesa nell'abisso.

5

Pesca in tana Attenzione agli spacchi stretti e bui.

Palmares

1977 Vice Campione Italiano
1985 Campione Italiano a squadre
1986 Campione Euroafricano a squadre
1987 Campione del Mondo individuale e a squadre
1987 Vincitore della Coppa delle Città
1988 Campione Euroafricano individuale e a squadre
1989 Campione del Mondo individuale e a squadre
1990 Vincitore della Coppa delle Città
1992 Campione del Mondo individuale e a squadre
1993 vice Campione Euroafricano
2002 vincitore Coppa dei Campioni
2003 vincitore Coppa dei Campioni
2006 vincitore Coppa dei Campioni