Marco Bardi: 2 volte campione d'Italia.
Parlare di Renzo non è semplice per me, in quanto potrei scriverci un libro. Ne abbiamo passate davvero tante insieme con episodi che ancora oggi potrebbero rappresentare argomenti attuali da impiegare anche a livello didattico per gli agonisti. Renzo nell'agonismo è stato il simbolo dell'atleta determinato, dell'uomo che ha fiducia nei propri mezzi e che sopratutto non perde mai la lucidità. Sinceramente non lo ho mai reputato il più elegante in acqua e nemmeno a lui piaceva esserlo perché era convinto che tanti fronzoli non servono a niente, anzi sono spesso un limite. Da qui si capisce un altra caratteristica di Renzo Mazzarri, la praticità che fin troppo spesso diventava addirittura estrema.
Questa sua grande praticità credo sia stato un suo punto di forza, ma al tempo stesso un punto debole. Ovvero gli bastava davvero poco per esaltarsi e non soffriva mai di limiti, non si affidava alla fortuna e non credeva nella sfortuna. In negativo però la possibilità di vedere oltre ai suoi orizzonti dove ogni tanto avrebbe dovuto sconfinare, ma lui non ne voleva sapere. E' sempre stato comunque un cinico, nel senso buono, ovvero uno che arrivava subito all'obiettivo senza guardarsi troppo intorno. Nello sport agonistico vince solo chi è più scaltro, più lucido e più lesto degli altri e vince solo uno. Questo lo ha sempre avuto molto chiaro nel suo Dna, gli veniva spontaneo. A fine gara invece è sempre stato l'amicone di tutti, sempre ben voluto e stimato dagli avversari. Durante un campionato del Mondo non puoi fare a meno di vivere momenti di grande concentrazione ad altri di svago e distrazione che sono comunque necessari per allentare le tensioni. Tutto questo fa bene all'ambiente di una squadra nazionale ed è importante che gli atleti siano affiatati. Renzo è sempre stato un LEADER non solo per i risultati ottenuti, quanto per la sua capacità di coinvolgere gli altri, senza mai creare invidie. A livello agonistico ha vinto molto in campo internazionale ma non ha saputo trovare i giusti stimoli in campo nazionale, dove ha ottenuto molto meno di quanto fosse alla sua portata. Ovviamente è facile capire che si concentrava sui mondiali, ovvero mirava in alto e tutto il resto passava in secondo piano.
Ci sono un infinità di piccoli meccanismi che si mettono in moto quando sei portato per competere e spesso riesci anche a percepire cose che per altri sembrano impossibili.
Al campionato assoluto del 1994 ad ARZACHENA ci siamo trovati fianco a fianco con i gommoni al centro campo gara in attesa del via da parte della giuria. Ci siamo guardati pochi secondi, ma furono sufficienti per capire che stavamo per fare la partenza entrambi sullo stesso posto che comunque era lontano almeno 2 miglia. Come abbiamo fatto a capire non me lo sono mai spiegato. Fatto sta che Renzo mi guardò e mi disse in perfetto Elbano: "DEH LEVATI DI ULO" poi iniziò subito quella fase di terrorismo psicologico che gli avevo visto fare spesso cercando di mettere in difficoltà l'avversario:
- "tanto ci arrivo prima io"
- "Oggi non ce la fai nemmeno ad arrivare sul fondo"
Poi si girò guardando il largo concentrato al massimo mentre il giudice dava il via.
Arrivammo nello stesso posto che era molto piccolo e c'era una sola tana bella con tanto pesce.
In realtà arrivai prima io e quindi secondo le regole lui doveva andarsene, invece si buttò in acqua pronto a scendere, proprio mentre giungeva un terzo concorrente Luciano Cottu anche lui in acqua. A quel punto si creò una confusione tra barcaioli che discutevano, io che cercavo di allontanare gli altri, poi arrivarono i giudici. Mentre tutto si era trasformato in una confusione bestiale, vidi le pinne di Renzo che scivolavano sotto il pelo dell'acqua e poi la sua sagoma protesa verso il fondo che era di circa 32 metri. In pratica mentre tutti discutevano lui si era tirato fuori dalla bagarre e si era concentrato sulle catture. Scesi subito anche io perché in una frazione di secondo avevo compreso che bisognava andare al sodo anche se avevo tutte le ragioni per far allontanare i concorrenti. Mentre scendevo vidi Renzo affacciarsi alla tana, mirare prima a destra poi a sinistra. Poi partì il colpo e tirò fuori 2 saraghi, una coppiola. Non contento, riuscì anche a smuovere con forza altra sabbia sull'imboccatura della tana per fare più polvere, infatti giunsi alla tana che non si vedeva niente. Ebbi la conferma di quanto intuito, aveva fatto polvere per evitare agli altri di capire dove erano nascosti i pesci!
Dopo poco scese di nuovo e questa volta armato di fiocina a 5 punte sparò nel torbido ma nella direzione dove aveva visto concentrarsi i saraghi in tana, infatti ne colpì uno. Giunsi anche io alla tana e provai allo stesso modo ed infatti presi un sarago. Intanto Cottu scendeva a vuoto ed il torbido nella tana era sempre più evidente. Andò avanti così per altri venti minuti con qualche sporadica cattura poi decisi di andare su un'altra tana non molto lontano e lasciare sul posto i due che stavano discutendo di nuovo.
Questo episodio evidenzia la determinazione, la concentrazione, il cinismo e l’astuzia che lo hanno sempre contraddistinto, ma che sono elementi indispensabili di un vero fuoriclasse. Quando c’era da combattere si esaltava e invece di avere timori, prendeva più forza! Queste doti tutte insieme le ho viste solo a Renzo Mazzarri.